Nonostante il banco centrale abbia effetuato il taglio del Selic, i tassi d'interesse brasiliani rimangono tra i piu' alti del mondo, segue Russia(8,25%) Egitto(8,25%) Cina(6,56%) e Turchia(5,75%) pensate che in alcuni paesi dell'Unione Europea e Giappone il tasso e molto vicino allo zero.
La decisione di tagliare il costo del denaro e' frutto di una strategia che pone il paese al riparo da eventuali contraccolpi che potrebbe generare la crisi mondiale.
La frenata negli Stati Uniti e nell'Eurozona ha convinto il Brasile a spostare l'attenzione dalla lotta all'inflazione alla crescita e la Borsa ha subito festeggiato, seguita dai sindacati e dagli industriali, mentre il real perde quota sul dollaro.
Nel suo comunicato, la Banca centrale ha sottolineato che il «sostanziale deterioramento» dell'economia globale potrebbe «durare a lungo» e potrebbe frenare il commercio e i flussi d'investimento nel Paese.
Quello che i membri del board non scrivono nella nota, ma che devono aver considerato, è che la frenata dell'economia mondiale raffredderà le quotazioni delle commodities, uno dei principali fattori dietro la corsa dei prezzi nel Paese.
La discesa dei prezzi delle materie prime, se sarà consistente, sarà allora un freno all'inflazione molto più efficace di qualsiasi rialzo dei tassi d'interesse.
Inoltre, in una fase di potenziale riflusso degli scambi commerciali, di sicuro non aiuta avere un real pesante e dalla fine del 2008, la moneta brasiliana è stata quella che più si è apprezzata tra le divise dei Paesi emergenti.
Insomma, il Brasile si è reso conto in fretta che la priorità non è più quella di raffreddare l'economia, quanto piuttosto di preservarne la spinta, ora che i fattori inflattivi esogeni potrebbero esaurirsi.
Del resto, i segnali sul fronte interno sono chiari: il Pil del Brasile rallenterà quest'anno al 3,9%, dopo il 7,5% messo a segno nel 2010; la produzione industriale a luglio è scesa dello 0,3% e l'attività economica, misurata ogni mese dalla Banca centrale, si è contratta a giugno per la prima volta dal 2008.
Il taglio dei tassi sembra addirittura coordinato con il Governo.
In un'intervista rilasciata alla Reuters mercoledì, poche ore prima della decisione della Banca centrale, il ministro delle Finanze Guido Mantega aveva ribadito la volontà di arrestare la corsa del real, assicurando che l'inflazione è sotto controllo.
E ora in molti sono pronti a scommettere che sia cominciato un ciclo di ribassi del costo del denaro.
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